La stagione delle Nebbie: Atto IV°-Epilogo
Volge al termine. Novembre. Il tempo di guardare una foto di tempo trascorso.
E le corde dei pensieri aprono lente le tende della bruma.
Pesanti e polverose tende rosse nel teatro del passato.
"Queste, per voi, si chiudono oggi. Alla prossima rappresentazione! Non Mancate!".
Sul limitare dei pensieri dai piedi infreddoliti in scarpe troppo leggere.
Cammino bendato i viali dei ricordi lasciati alle spalle e ripercorsi tante di quelle volte.
Le dita rigide, spaccate e arrossate dal vento che taglia le aspirazioni, tengono stretta la foto.
Polmoni gelati dalle promesse non mantenute e nebbia di parole vuote dalla bocca.
Ho imparato a dimenticare. A cancellare terabytes di ricor-dati
Distruggi documenti a ciclo continuo che riducono a striscioline il tempo trascorso.
Oblio i giorni di parole dette e gesti condivisi, le notti di pelle calda e profumi ciechi.
Una fogna che scarica sul foro al centro dell'anima flussi di coscienza continui.
Cammino. Bavero chiuso sul viso e faccia bassa contro la tormenta.
Sul viso piccole punture di aghi di ghiaccio nel vento, come fredde verità non accettate.
T'ho vista riflessa in ogni grigia e metallica pozzanghera d'autunno.
Immagine distratta, increspata dalle onde d'un sasso disilluso gettato sulle mie fantasie.
Sei un paio di spalle viste da dietro, con un cappello di lana, seduta s'una panchina.
Ti guardo guardare un vortice di foglie secche ondeggiare in Santa Croce.
Timidi e secchi pensieri che non riescono a prendere il volo strisciando sul sagrato.
Sei la voce delle urla notturne che spazzano il sonno dalla notte. Sei nella pioggia di Novembre.
La stagione delle Nebbie finisce.
Acqua tiepida che dilava le due dita di cerone bianco sulla mia pelle stanca di questo rituale.
Alcohol sul contornocchi nero pece e le scarpe lucide di fango.
Appendo vestito e camicia scura sul mio senso di smarrimento.
Applausi in sala!
Inchino per la sala!
Cambio maschera per il pubblico ed attendo le critiche sui giornali di domani!