L'incroyable histoire des frères Montgolfier/Une histoire parallèle!
21 Novembre 1783, Parigi.
L'addetto allo scioglimento delle funi concluse la discussione con un deciso e convinto "tres bien Etienne!" ed andò via ripetendo mentalmente le operazioni che avrebbe dovuto compiere quel giorno. Il suo ruolo era centrale...la sicurezza! Era un evento storico, non solo per la FRANCE ma per Le Monde Entier...! Era ancora vivido in lui il ricordo di qualche mese prima, il 4 giugno nel grigiazzuro cielo di Annonay...un brivido gli prese la nuca!
Il volo sarebbe partito alle 12 (ovviamente nessuno, se non decenni dopo, avrebbe potuto anche solo pensare che le ore migliori per i viaggi in mongolfiera potessero essere la mattina presto ed il pomeriggio, quando le attività termiche della terra sono più stabili e non compromettono l'andamento del volo). Ne tanto meno qualcuno poteva immaginare che il luogo dell'atterraggio, la ridente e ben tenuta Place du Puits-Artésien (pronta per il secolo a venire ad essere Place Paul Verlaine), sarebbe diventata un giorno un campo per il gioco delle bocce della Parigi del nuovo millennio.
Ma quel giorno era un giorno importante anche per l'intero mondo del ragazzo delle funi.
Riassumendo la sua storia in un rigo e mezzo: non era francese ma italiano. Aveva vagato per tutta la sua vita. Amato. Lasciato l'amore. Trovato Parigi. Fatica e tanta passione l'avevano portato a far parte della Storia.
Ricordava ancora l'appuntamento che aveva dato alla donna lasciata...tanto vago quanto preciso...
Parigi, 21 novembre 1783, alle 12, Place du Puits-Artésien.
Si sarebbe dovuto occupare anche dei due primi uomini al mondo che, dopo Icaro, avrebbero volato sulle teste di altri uomini: Jean Francois Pilàtre de Rozier e il maggiore dell'esercito e marchese Francois d'Arlandes.
d'Arlandes era stato scelto come si scelgono tutti gli uomini che hanno un piede nella nobilta' ed uno nell'esercito...per rappresentanza.
Il ventinovenne Jean Francois invece era un chimico ed un avventuriero curioso. Sara' il primo uomo a volare ma non sa ancora che tra meno di due anni sara' anche la prima vittima di un incidente aereo durante un volo sulla Manica su un pallone da lui stesso costruito.
Il ruolo dell'uomo delle funi era quello di istruirli sul funzionamento del pallone, di cosa fare in casi di emergenza, di come controllare la paura...(certo per boriosi convinti che il coraggio fosse un atto di nobile nascita era difficile accettare consigli sulla paura da un poveraccio che, per giunta, non era neanche francese).
Le 11!
Pensava ai suoi occhi felini grigio verdi. Le mani dalle dita lunghe e affusolate dalle unghie curatissime. La voce che cantava. Si sentiva gia' in volo!
Incrocio' Joseph! Anche lui, come Etienne, era apparentemente tranquillo...certo portare uomini anziché' capre , come qualche settimana prima, non doveva essere poi così diverso...cio' nonostante, l'incolumita' di questi uomini era fondamentale per determinare l'esito positivo della loro invenzione nei confronti del Re e del mondo intero.
Oltre che la loro incolumità, non di meno, anche la loro importanza era da tener di conto, soprattutto d'Arlandes. Per questo Joseph aveva indossato il migliore dei suoi vestiti e acquistato una parrucca, candida come il corredo di una vergine, da vero nobiluomo. Non che avessero necessita' di dimostrare opulenza, i fratelli Montgolfier, loro, che provenivano da una ricca famiglia di produttori di carta, ma la borghesia emanava odori ancora acri per i delicati nasi dei nobili di Versailles...ancora per poco! Ancora per pochissimi anni!
Joseph lo fermo' e gli chiese a che punto si fosse..."Tout à la perfection!" rispose ad uno dei fratelli Mongolfier. Si congedarono e lui lo vide scomparire dietro una tenda! La gente era assembrata dietro una corda allestita apposta...la giornata era ottima...il cielo freddo e terso della Parigi novembrina era perfetto. Poco vento, di quello buono. I rumori della citta', le ruote dei carri, gli zoccoli dei cavalli, si mescolavano al chiacchiericcio degli astanti. Nell'aria c'era un'aria frizzante a meta' strada tra la tensione di una esecuzione pubblica e l'allegria del circo in citta'.
Erano quasi le Dodici. I fratelli Mongolfier gli fecero cenno di venire...erano con l'equipaggio. Lui, Etienne, Joseph, Francois e Jean Francois si radunarono in cerchio. Etienne, il più tenace dei due, ricordò che sarebbero entrati nella storia da li a poco e che fiumi d'inchiostro avrebbero inondato i giornali di tutto il mondo per loro e che QUALCUNO, forse fra 230 anni, in qualche luogo della terra, si sarebbe ricordato di loro e avrebbe scritto un racconto fantastico sulla loro avventura (il ragazzo delle funi immaginò magari che quel luogo potesse essere la sua bella Italia). I fratelli si allontanarono per preparare il pallone che, man mano prendeva corpo e colore! Il pallone era enorme di giallo speranza e coraggioso azzurro. Il ragazzo fece salire i due membri dell'equipaggio e gli ricordo' alcune informazioni.
Erano pronti...il mondo era pronto...lui era pronto!
Joseph sali su un palchetto e fece un breve discorso...il ragazzo non ascoltava più...guardava tra la gente...tra i cappellini alla moda delle donne parigine...cercava un viso tra mille visi...
Etienne gli fece il cenno convenuto e lui, con un gesto semplice, lascio' che la Storia si sentisse libera di andare.
E si sentiva il cuore come un pallone in volo...tutti guardavano in alto...lui non guardava la Storia...guardava a terra. Ed ad ogni viso non riconosciuto un piccolo sacchetto di zavorra lo riportava verso il suolo.
Le 12! Il tempo accellerò all'improvviso così come i battiti e i pensieri che si accalcavano come una folla impaurita in fuga.
Il giorno dopo...dopo una notte di bordeaux al Pigalle, si ricordò solo alcune immagini.
Il pallone che atterrava. Che mentre tutti applaudivano la Storia e qualcuno gli stringeva la mano, lui era stordito di delusione. Il suono della banda!
Le avrebbe chiesto...guardando la mongolfiera, in italiano: Vuoi volare con me? Contro vento e contro la tempesta verso il cielo azzurro?
Ma i suoi occhi di gatta non si aprirono mai davanti a lui...
Le avrebbe detto, timidamente: " Posso tenerti per mano come quando il sole ci scaldava?"
Ma le sue mani erano immagini d'aria!
Cosi abbandonò la speranza e lei lo abbandonò lenta e senza rumore come un fiocco di neve col paracadute di seta.
...e la Storia continuo' con innumerevoli voli ed infinite invenzioni tecnologiche. Sempre più in alto, sempre più veloce.
E forse, pensò, un giorno, per gli uomini sarebbe stato cosi scontato volare che ne avrebbero perso il senso e la magia.