Il giorno dei morti...

 

E cammino sul gracchiare delle foglie secche dei platani sotto le scarpe.

Tutto è di silenzio...le macchine in lontananza ed i suoni della città sono un'eco lontana del mondo dei vivi.

Così distanti e sussurrati da chiedersi se esistano davvero o siano fantasmi di quello che erano quelli che non ci sono più.

Il vento d'inizio Novembre porta parole di nostalgie e spettina le punte dei colonnati di cipressi lasciando cadere pollini di ricordi.

Memorie appena leggibili come iscrizioni di pietra cancellate dal tempo.

Come un vecchissimo cimitero della guerra di un paesino di nebbia svizzera.

Delicatamente tenero come le tombe bambine dalle piccole croci del trentino. Bimbi addormentati che aspettano il bacio del risveglio.

Caldo nel cuore a trentanove gradi di São João Batista...una città dei morti...di tombe spaccate dalle radici...e ibiscus nascenti sulle foto ingiallite dal sole...

un angelo di pietra che invoca pietà per gli uomini al Cristo Redentore di Rio.

I mille passi d'erba romantici di Père-Lachaise in Maggio e una lapide coperta d'edera profumata d'umido di Montparnasse.

Biancandidi e innocenti, arrendevoli, pensieri leggeri come la neve che ricopre la Certosa di Bologna in Gennaio.

Semplici tumuli di terra e piccole croci tra la pietra dura e grigio-fredda della Groenlandia...

una distrutta lapide ebraica verde muschio nel centro di New York.

Un piccolo presepe di luci raccolte, aggrappate alla costiera di Positano...incrostate di gocce salate.

Poche scritte coperte di lacrime e pioggia su un semplice spazio vuoto di donna sui colli di Firenze.

Una Staglieno,

 

E le emozioni che provo sono statue affrante sulle lapidi dei ricordi. Grigie, solide donne di madri rassicuranti. Statue alate sul punto di scappare via.

Guardo queste pietre piatte ed abbandonate riflesse sul pavimento bagnato di pioggia

e i miei pensieri sono barche di foglie autunnali alla deriva nelle pozzanghere di Novembre.

 

E cammino sul suono delle mie scarpe e leggo nomi e visi d'ogni tempo, d'ogni luogo, d'ogni nulla per me.

Sconosciuti tanto lontani da essere volti di parenti famigliari visti da bambino.

E per ognuno di loro lascio un petalo di crisantemo.

E per ognuno una luce calda di rossi lumini di attenzioni.

E per ognuno pesco un pensiero delicato e una parola dedicata alla loro assenza.

Vi penso tutti.

Con amore e tenera tristezza.

Perchè chi muore ci nasce dentro per sempre.