Donne dell'altro mondo: le nevi del Fujiyama

 

Sposto il shoji con il fruscio silenzioso ed eccola li...l'ombra della mia Yuki!

Un'imperturbabile, irregolare, asimmetrica bellezza diagonale proiettata sulla carta di riso nella geometria matematica di questa stanza minimalista.

Un tratto di china storta sul kanji della rivelazione.

Di lato, in ginocchio, con la testa rivolta sul tatami si prepara per la cerimonia del thè...prepara il matcha per me.

Sotto i miei piedi nudi sento morbidi passi e, al centro della stanza mi siedo...di fronte il necessario, alle spalle il mondo...chiudo gli occhi...solo rumori di fontane di bambù e petali che cadono...profumo d'autunno. Tutto è TRANQUILLITA'.

Sposta il shoji con il fruscio silenzioso, non la vedo, la respiro.

Passi leggeri al sottofondo di seta di kimono. Apro gli occhi ed eccola li...la mia Yuki!

Una colonna di bellezza di color perla e rosa di pesco pallido...pelle bianca di lun'albina...capelli al riflesso di pece raccolti con un kanzashi di legno di ciliegio ed un piccolo crisantemo giallo...due mandorle nere d'occhi d'oriente...zigomi che sorridono al piccolo naso. Cuordilabbra rosse.

Yuki è un bianco monte di tranquille certezze sullo sfondo di una tempesta di ondemozioni di Hokusai. Ed io piccola barca di pescatori in balia tatuata al petto.

S'inginocchia senza parlare di fronte a me...sono il suo shōkyaku, lei la mia. Silenzio! Tutto è RISPETTO.

Stende il tovagliolo verde e versa l'acqua calda nella tazza nera. Ne butta via il contenuto e la pulisce col chakin...lentamente miscela il thè con il chasen.

Gira la tazza tre volte tra le sue mani sapienti e me la porge.

Accolgo le sue mani rituali tra le mie e, per un istante, restiamo fermi cosi...sguardi tra fumo e profumo.

Avvicino alle labbra e chiudo gli occhi al tepore...bevo e le nevi del Fuji si sciolgono in una primavera di pioggia di ciliegi.

Giro la tazza tre volte tra le mani e la porgo a Lei...mi guarda con occhi che sorridono...beve e le nevi del Fuji ricominciano a danzare leggere e senza suoni sui miei petali. Tutto è ARMONIA.

Verso l'acqua calda nella tazza nera. Ne butto il contenuto e la pulisco col chakin.

La mia piccola Yuki-voce-di-flauto si alza:"okashi o dōzo"...si gira di spalle, allenta la cintura del kimono e, scoprendosi le spalle lascia che la seta cada al suolo...guardo la sua donna tatuata lungo tutte le braccia a schiena e leggo tutte le sue storie di color-neri, draghi e carpe e geisha.

Tira via il bastoncino di ciliegio ed una nera cascata di riflessi lisci di nero notte li copre come tende kabuki.

Mi alzo appoggio il mio petto ai suoi capelli e, avvicinandomi alle nevi candide da cui Yuki prende il suo fortunato nome le sussurro all'orecchio:"aki no kure"!

Tutto è PUREZZA.