Donne dell'altro mondo: la vie lumière
Appoggiata alla parete, Séraphine, nuda e bianca come la pietra du Sacré-Cœur de Montmartre infila le sue calze parigine e mi sorride di gusto.
Nei suoi occhi marroni brillano tutte le luci della città delle luci e sulla punta del suo naso conta sogni colorati come i vetri della cathédrale de Chartres.
Quando la vedo camminare per boulevard Saint-Germain, resto immobile come un gargouille di Notre-Dame ed il frastuono del quartiere latino e dei caffè nel sole, diventano un dolce fruscio liquido che scivola tra la strada e si perde nella Senna.
Ha mani colorate di gesti come l'opera più nascosta è preziosa del d'Orsay...pennellate dolci di Degas ed impressioniste di Monet.
Profuma di immensi campi viola di lavanda provenzale.
Séraphine ha labbra umide di rosso bordeaux e cremose di sonora crosta di crème brûlée.
Ha parole calde come il pain au chocolate appena sfornato nella boulangerie sotto casa che mangiamo a letto e sorrisi dolci come risvegli di passeggiate a Montparnasse la Domenica mattina.
A volte restiamo fermi a guardarci in un silenzio di mare che puoi trovare solo tra le scogliere della Bretagna e della Normandia.
E quando ci parliamo la sera, sottovoce, prima di dormire, le nostre parole sono alta e bassa marea attorno a Mont Saint-Michel che tutto coprono e tutto svelano.
Séraphine è bella e romantica come i vicoli contorti e stretti di Montmartre nelle sere d'estate.
Ha voce d'organo di Saint Eustache e zigomi di gatta che dorme serena, in bilico, sul parapetto di pont Neuf.
Quando torno a casa a Séraphine piace fermarmi sulla porta, togliermi il soprabito bagnato di mondo esterno, allargarmi la cravatta e sbottonarmi il primo bottone della camicia.
Nel suo favoloso mondo di cose buone e strane, prima di offrirmi qualcosa da mangiare o da bere gli da un bacio e dopo che abbiamo fatto l'amore ne vuole uno lungo sulla pancia.
Séraphine ha sul viso incerte obblique e sbilanciate certezze bianche e nere d'altri tempi, come foto al bacio di Doisneau.
Prima d'andare via s'infila il basco nero sulle 23 e mi manda un bacio soffiato dicendo sempre la stessa frase:
"Sans toi, les émotions d’aujourd’hui ne seraient que la peau morte des émotions d’autrefois".
Séraphine sa tutto di me ma non sa che domani attraversando pont de l'Archevêché, entreremo nel parco posteriore di Notre Dame, la farò sedere e, con un ginocchio nella polvere di Parigi, le chiederò un semplice "OUI!"