..."sembra un quadro di Escher!" disse Vilsia mentre si specchiava sulla superficie rosa della sfera. Da lì, poteva vedere, dietro di se, quasi tutto l'interno della stanza: il camino scoppiettante su cui era il tegame della cena, la bimba che dormiva a terra, abbracciata sull'orso di peluche, due volte più grande di lei (e che le faceva da letto) le spalle di lui col capo chino sul tavolo della cucina a preparare chissà cosa. Come sempre, ad ogni suono della voce di Vilsia, lui si girò a prestarle attenzione e si avvicinò, si inginocchiò e vide i due volti, deformati nella sfera, la guardò, rise e la bacio sulla fronte dicendo:"e se dentro la sfera vivessero le nostre proiezioni, e ci guardassero da li dentro, cosa penserebbero? Saremmo deformati anche noi ai loro occhi? E di che colore ci vedrebbero?"...Vilsia lo guardò con i suoi occhi di vita, gli prese le mani e si alzarono...poi condusse l'uomo vicino ad una delle piccole finestre dall'altro lato della stanza. Scostò la tendina verde acido e guardò fuori dalla piccola casa dal tetto di paglia. La neve cadeva, grossa, afona e lenta. La staccionata semicoperta, il vialetto s'intuiva indistintamente dal resto del giardino dove facevano contrasto i rossi cinorrodi delle rose sul bianco sfondo, come piante dai piccoli cuori pendenti sul bianco integro dell'anima. Le arnie, anch'esse coperte dove, lui le aveva detto, in questo momento le api si tengono strette strette e non stanno mai ferme per riscaldarsi. Ed ancora, la bellissima sensazione di vedere il frutto del lavoro dei mesi prima, quando tutti e due avevano scelto e piantato fiori "da neve". Ed eccoli qua e là, vicino ai giochi di legno, anch' essi coperti, le Daphne colorare di rosa pallido, il rosa intenso delle eriche e di bianco e lilla i bucaneve. Al di là della collina, sul limitare dei boschi tutti gli abeti ed i pini erano coperti di neve, era lì infatti che Lui aveva tagliato il Loro. E che ora era dietro di loro non ancora completamente addobbato. C'erano le più disparate decorazioni, a terra, in alcune casse e sui mobili, fili d'argento, vere campanelle (lui diceva sempre alla bimba " Lo sai che quando una campanella suona, un angelo mette le ali?"), fiocchi di neve di vetro, bastoncini di zucchero a righe rosse e bianche, angeli e cuori di legno decorati, pacchettini, sfere di cristallo e di vetro di tutti i colori e dimensioni ed un puntale di vetro tutto lavorato e che sembrava fatto al punto-croce. Sul tavolo, ora riusciva a vederli, oggettini fatti di pasta di sale da Lui: lettere, frasi da appendere alle porte, piccole ghirlande ed ancora angeli e ancora cuori. Lo guardò nei suoi verd'occhi, in cui lei riposava i pensieri..."Pur essendo solo delle proiezioni, riflessi di luce riflessa. Non credo si occuperebbero di noi! Sarebbero impegnati a viversi! Il riflesso meraviglioso di una cosa indescrivibile toglie, a chi ha la immensa fortuna di viverlo, ogni capacità di giudizio." Scostò la testa verso l'orologio dalla forma strana...si ricompose...lo baciò in un modo che non è possibile deSCRIVERE...
"tra un mese sarà Natale!" disse.
"Sarà stato!-aggiunse lui!
Si girarono e videro la bimba che, da sdraiata, rideva del loro bacio...sveglia appena in tempo per la cena.
Mangiarono secondo i costumi del popolo e della terra di Vilsia, polenta sul tagliere con tantissimi condimenti succulenti, ed il dolce alle pere che lui amava tanto. Scelsero le decorazioni e addobbarono la casa e l'albero, poi lui prese in braccio la bimba e la sollevò per farle mettere il puntale di vetro.
Lui si voltò e le chiese..."cosa desideri ti porti il Natale?"...
...e lei "Mmmmh! non so! E Tu?"...
...lui la guardò..."di concedermi di tenere tutto quello che già ho, perchè quello che ho è tutto ciò che voGLio"...
..."io una cosa la vorrei"-guardando la pallina di Natale rosa appesa all'albero
"mi piacerebbe vedere una nevicata tutta Rosa coprire i boschi, la collina e la casa,
una neve rosa rosa, come quella che c'è nel paese della sfera di vetro!".